La Commissione europea lancia il concorso europeo per l’innovazione sociale 2020
La Commissione europea lancia il concorso europeo per l’innovazione sociale 2020
La Commissione europea ha annunciato oggi il lancio dell’edizione 2020 del concorso europeo per l’innovazione sociale. Con il tema Reimmaginare la moda: cambiare comportamenti per una moda sostenibile, il concorso di quest’anno cerca progetti in fase iniziale che cambieranno il modo in cui produciamo, compriamo, utilizziamo e ricicliamo i vestiti e incoraggeranno un cambiamento nelle abitudini dei consumatori verso una maggiore sostenibilità. Il concorso è aperto a partecipanti provenienti da tutti gli Stati membri dell’UE e dai paesi associati a Orizzonte 2020, che potranno presentare le loro candidature entro mercoledì 4 marzo. Una giuria selezionerà tre idee vincitrici, ognuna delle quali riceverà un premio di 50 000 EUR in autunno.
“I consumatori europei stanno diventando sempre più consapevoli dell’impatto ambientale delle loro abitudini di consumo. Basandosi sulla posizione europea di prima linea nell’industria della moda globale, il concorso per l’innovazione sociale di quest’anno cerca innovazioni che cambino il modo in cui produciamo, utilizziamo e indossiamo i vestiti e incoraggino una maggior sostenibilità nell’industria della moda”, afferma Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI Slawomir Tokarski, direttore dell’Innovazione e della fabbricazione avanzata nella Direzione Generale Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI della Commissione Europea.
Lo scopo del concorso europeo per l’innovazione sociale è migliorare l’impatto ambientale e sociale dell’industria della moda. I cittadini UE comprano in media più di 12 kg di capi di vestiario all’anno, per produrre i quali vengono rilasciati nell’atmosfera 195 milioni di tonnellate di CO2 e utilizzati 46 miliardi di metri cubi d’acqua. Il contributo dell’industria della moda all’impatto ambientale è pari al 2% – 10% del totale dei consumi europei. Allo stesso tempo, più del 30% dei capi di vestiario nei guardaroba europei non sono stati utilizzati da almeno un anno. Una volta gettati, più della metà dei vestiti non vengono riciclati ma finiscono tra i rifiuti domestici indifferenziati e quindi vengono spediti negli inceneritori o nelle discariche.
Per affrontare questi problemi, il concorso di quest’anno cerca idee che contribuiscano a rendere più sostenibili la produzione, l’utilizzo e il consumo di vestiti e il trattamento dei prodotti di moda al termine del ciclo di vita. Queste idee dovrebbero mirare a ridurre l’impronta ambientale complessiva della moda, a migliorare il suo impatto sulla società e a modificare i comportamenti verso una maggiore sostenibilità, aiutando a sviluppare nuovi prodotti, servizi, processi e modelli di business innovativi. Le soluzioni presentate al concorso dovrebbero anche essere scalabili a livello locale, nazionale o europeo. Il concorso è aperto a tutti coloro che abbiano idee innovative e creative su come rendere l’industria della moda più sostenibile, in particolare innovatori sociali, imprenditori, studenti, disegnatori, aziende e altri operatori, produttori e creatori di cambiamento.
Il concorso integrerà alcune misure che la Commissione ha già implementato per affrontare il problema della sostenibilità nell’industria della moda. Il pacchetto sull’economia circolare, adottato nel 2018, per la prima volta imporrà agli Stati membri di garantire che i prodotti tessili vengano raccolti separatamente. La nuova direttiva sui rifiuti impone agli Stati membri di istituire tali schemi al più tardi entro il 2025. La direttiva sui rifiuti di imballaggio introduce obiettivi di riciclaggio di tutti gli imballaggi prodotti del 60% entro il 2025 e del 70% entro il 2030. Il regolamento sui tessili del 2011 attualmente vigente stabilisce le regole per l’etichettatura e la marcatura di tutti i prodotti tessili, compreso l’obbligo di dichiarare la composizione della fibra dell’intero prodotto tessile in tutte le fasi della lavorazione industriale e della distribuzione commerciale, nonché le regole sui nomi delle fibre tessili.