Terzo Settore, le organizzazioni attive sono 35mila in più

Nel giro di quattro anni, le organizzazioni non profit attive sono 35mila in più e i volontari attivi sono aumentati di 770mila persone. La crescita non si limita alle aree storicamente più “solidali”, come la Lombardia o il Lazio, ma è avvenuta in tutte le regioni (ad eccezione del Molise), con punte del 33% in Campania, la regione che vanta il primato della crescita. Ancora più sorprendente è il dato sull’occupazione: i dipendenti del non profit sono cresciuti di oltre 80mila unità, in un periodo, commenta l’Istat, caratterizzato da “una fase recessiva profonda e prolungata (2011-2013) e da una successiva ripresa (2014-2015). Insomma un’espansione in controtendenza e particolarmente forte al Sud (+ 36% di lavoratori).

“Il volontariato è trasversale, al di là di ogni stereotipo”. Lo afferma Stefano Tabò, presidente di CSVNet l’associazione nazionale dei Centri di Servizio per il volontariato (CSV), che associa 64 dei 65 CSV e li rappresenta a livello nazionale ed europeo, che aggiunge: "Quasi l’80% delle organizzazioni - dice Tabò - opera grazie all’opera dei volontari. Chi sono e perché lo fanno? Quello che vediamo è un volontariato non solo in crescita, ma veramente diffuso, in tutte le età e i gruppi sociali, che smentisce tutti gli stereotipi in circolazione. Il volontario tipo non esiste dice ancora il presidente di CSVnet - non è il baby pensionato del settore pubblico, non è il disoccupato in cerca di un riempitivo e nemmeno l’abbiente o l’acculturato che se lo può permettere. Ci sono giovani e anziani, abbienti e non abbienti, lavoratori e studenti, italiani e stranieri, sebbene i giovani risultano essere i più instabili
perché si fanno coinvolgere in singole iniziative e difficilmente aderiscono a un progetto di lungo periodo". Quello della rete dei Centri di servizio al volonta

Il forte aumento dei lavoratori retribuiti. Anche l’impresa sociale è stata molto dinamica negli ultimi anni: le cooperative sociali, incluse nel Terzo Settore ma di fatto imprese, sono passate da 11mila a 16mila: questo spiega anche gli 80mila dipendenti in più (+ 16%), presenti soprattutto in queste imprese. Il Censimento permanente è un aggiornamento periodico dei dati censuari generali, effettuato su base campionaria e non sull’intera popolazione. La rilevazione del 2016 ha interessato 43mila unità. D’ora in poi, ogni anno l’Istat pubblicherà nuove informazioni basate sui dati del censimento del 2011, ma anche, con frequenza triennale, approfondimenti tematici basati su rilevazioni a campione. Già nel 2018 sono in arrivo altri dati interessanti, in particolare quelli sui lavoratori non dipendenti, come i consulenti, e sulle attività commerciali praticate dagli enti non profit.riato, del resto, è un osservatorio privilegiato, con 37mila beneficiari dei servizi e una collaborazione stabile con l’Istat.